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A Monteleone d'Orvieto si rinnova il tradizionale rito della Processione del Cristo Morto

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Sabato 30 Marzo 2013 02:39

Tra i riti antichi e suggestivi del triduo pasquale si rinnova a Monteleone, venerdì sera alle ore 21.00, tempo permettendo, la tradizionale e storica processione del Cristo Morto. L'evento ha come filo conduttore una forte religiosità popolare ed affonda le proprie radici nel medioevo, quando l'uomo che si viene a trovare in un contesto pieno di pericoli, di miseria, di guerre, sente più che mai il bisogno di sperimentare una dimensione penitenziale che lo porti ad un'autentica conversione. La sacra rappresentazione della passione si diffonde in Umbria tra il XIII ed il XIV secolo grazie alla fondazione ed alla propagazione delle confraternite laicali dei disciplinati o flagellanti. A Monteleone, già Collegiata Insigne, erano proprio le due confraternite, quella della Morte e SS.mo Crocefisso e quella della SS.ma Annunziata e SS.mo Sacramento che insieme al clero, organizzavano e realizzavano questa manifestazione. Esse hanno alle spalle una storia antichissima e sono state attive fino alla metà del Novecento. Degna di nota, quest'anno l'iniziativa dell'Associazione Turistica Pro Loco che, in accordo con la parrocchia monteleonese, ha realizzato il restauro del baldacchino: prezioso oggetto processionale che trasmettere particolare dignità al cataletto del Cristo ad esso sottostante. Fatto realizzare dalla confraternita del SS.mo Sacramento negli anni sessanta dell'Ottocento, in velluto bruno impreziosito da finiture dorate, sorretto da sei aste di legno intagliato, il baldacchino era inutilizzabile a causa del cattivo stato di conservazione in cui si trovava. Nel restauro, in cui si è cercato di conservare quanto più possibile il materiale originale, è stato necessario sostituire la tela di copertura (detta cielo), tuttavia sono state conservate le decorazioni originali; è, invece stato possibile conservare il drappellone, la balza decorata che pende nel perimetro, che è stato interamente restaurato. È stato un lavoro d'equipe, di mani esperte che hanno messo a disposizione gratuitamente la loro pazienza e la loro opera che unita al contributo economico della Pro Loco ha reso possibile la restituzione alla Comunità di questo singolare oggetto, un bene ricco di storia e tradizione. La processione, che percorrerà un lungo tragitto tra le vie del centro storico, alla luce delle torce, ha un preciso ordine di sfilata: apre il corteo il "regolone", antico strumento musicale, seguono tre tronchi: due neri ed uno bianco: grosse croci portate da almeno due persone; poi la suggestiva croce illuminata fatta realizzare dalla Confraternita del SS.mo Sacramento. Il gruppo centrale è costituito dal sacerdote Celebrante con il coro parrocchiale davanti al cataletto del Cristo Morto, opera lignea seicentesca di scuola orvietana, coperto dal baldacchino. Seguono alcuni giovani che recano in mano i simboli della passione: piccoli, antichi manufatti. Viene poi la statua della Madonna addolorata, chiude il corteo dei cosidetti "attrezzi" il Volto Santo, una macchina processionale ottocentesca con l'immagine di Gesù coronato di spine. Partecipa la Banda Musicale che con le i ritmi gravi e mesti delle marce funebri contribuisce a creare il pathos ed a sottolineare la solennità dell'evento. Alla fine del corteo incede una lunga scia di lumi colorati portati dai fedeli. A tutti coloro che si sono prestati volontariamente per il restauro del baldacchino, a tutti coloro che hanno avuto una parte attiva nell'organizzazione di questo evento e a quelli che vi prenderanno parte attivamente, al presidente della Pro Loco, ai sacerdoti è dovuto il plauso del paese intero, poiché è un segno di altissima civiltà, per una Comunità, saper far tesoro della propria storia e conservare gelosamente e tramandare le proprie tradizioni di fede religiosa e di altissimo valore culturale. Da Orvietonews articolo di Sergio Giovannini
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