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La Valdichiana medievale

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Giovedì 28 Luglio 2011 15:44

Monteleone fa parte integrante della Valdichiana Romana, la parte della valle del fiume Chiani che era sotto il controllo dello Stato Pontificio. Dopo secoli di gloria in cui il   Clanis reso navigabile dagli Etruschi  e mantenuto tale dai Romani era divenuto un importante fiume   da cui i frumenti della valle, attraverso il Tevere, venivano trasportati fino a Roma, nel medioevo - anche per la frammentazione e lotta politica fra fra gli stati in cui il fiume scorreva: Stato Pontificio ed il Granducato di Toscana  - tutta la zona divenne una palude infruttuosa in cui la popolazione pativa tante  malattie derivate dall'aria malsana. Vi erano anche ''cinque chiari'' cioè cinque laghi; ad esempio nello statuto di ''Castel della Pieve'' del 1500 vi erano riportate le norme della pesca nel proprio lago. La parte bassa di Monteleone d'Orvieto era invece un acquitrino melmoso che fu risanato definitivamente intorno al 1700, anche se interventi migliorativi vi erano stati fin dal 1500.  Monsignor Canuti nel libro ''Nella patria del Perugino'' sull'argomento  scrive: ?Dovevano essere ben tristi le condizioni igieniche di questi luoghi, se Dante e Boccaccio parlano della nostra Chiana come una palude, dove marcivano le acque stagnanti, e se ?Chiana? per essi e per altri autori di quel tempo, era sinonimo di luogo fangoso, palustre ed infetto. Nel Canto XXIX dell?Inferno si legge:

?........ ?Qual dolor fora, se degli Spedali ?Di Val di Chiana, tra il luglio e il settembre, ?E di Maremma e di Sardigna i mali ?Fossero in una fossa tutt?insieme; ?Tal?era quivi, e tal puzzo n?usciva ?Qual suole uscir dalle marcite membre.

E Fazio degli Uberti (1300 ndr) nel Libro terzo del ?Dittamondo?, descrivendo gli abitanti della Chiana dice:

?Quivi son volti luridi e confusi ?perché l?aere e la Chiana gli nimica ?Sicche? si fanno idropici e rinfusi

E non e? da dire che governi e popolazioni non si adoperassero, fin dai tempi di Tiberio Imperatore, a rimediare a questa somma di mali, cercando di dare alla vallata, cosi? vasta che misura 70 miglia, un assetto stabile, in modo da restituire al terreno la sua fertilità, e da eliminare la causa di elevata mortalità, che si verificava tra le popolazioni dei paesi circonvicini. Ma gli sforzi umani, per quanto ripetuti e grandiosi, non ebbero alcun serio ed apprezzabile effetto. Alla metà del solo XVIII tali condizioni igieniche erano di poco variate?.?   ??Lo stagno (valle del Chiani ndr) era generale ed in alcuni punti cosi? profondo, da costituire un vero laghetto; ed infatti il Fossombroni cita una pianta, anteriore al 1545, in cui e? segnato il ?Lago di castel della Pieve? ed inoltre gli antichi statuti contengono precise disposizioni per la pesca nelle acque della Chiana??..?  (Nella patria del Perugino? Mons. Fiorenzo Canuti 1926)
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