La chiesa del Crocefisso
Sabato 24 Settembre 2011 14:36
Poco fuori della porta nord del paese, lungo la Umbro Casentinese, si trova la Chiesa del
SS.mo Crocefisso. La costruzione, risalente al sec. XVII° è stata oggetto di un
radicale restauro che ha consentito di sottrarla ad un lungo periodo di decadenza e di abbandono: è stata
riaperta al culto il 15 agosto 2004.
Nel luogo in cui si trova oggi la chiesa esisteva una
piccola cappella nella cui parete di fondo era dipinta una crocifissione: all?immagine del questo SS.mo Crocefisso erano attribuiti tantissimi miracoli e, nel suo altare furono raccolte ingenti elemosine. Nel 1601 l?amministrazione del tempo, sollecitata dalla popolazione decise di chiedere alle Autorità Ecclesiastiche l?autorizzazione per costruire, intorno a questa piccola cappella una chiesa.
La costruzione iniziò soltanto nel 1612 su disegno dell?architetto
Francesco Scalza di Orvieto, figlio del più noto Ippolito, e la Comunità si accollò gran parte delle spese. Vari problemi, non ultimi quelli legati alle vicende del
conflitto tra i Farnese ed il Papa per la supremazia sul Ducato di Castro, portarono enormi ritardi tanto che la chiesa fu aperta al culto soltanto nel 1633; i
sei dipinti delle paraste, con motivi legati alla Passione di Gesù, sono di quell?epoca.
Della piccola
cappella originaria fu lasciata soltanto la parete di fondo con
l?immagine del SS.mo Crocefisso quale altare della nuova chiesa; dal punto di vista ecclesiastico, l?edificio di culto fu associato alla Confraternita della Morte, antichissima pia istituzione che per tale evento, da quel momento si chiamò
Confraternita della Morte e del SS.mo Crocefisso.
Quasi un secolo più tardi, nei primi anni del 1700, fu fatta realizzare la
macchina lignea dell?altare, e, sempre nel corso del 1700 furono costruite le
due cappelle laterali che, dopo varie trasformazioni, vennero dedicate alla
Madonna del Buon Consiglio, immagine molto venerata dai Monteleonesi, eÂ
alla Madonna Addolorata, posta a destra, dove è conservata la statua utilizzata nella processione del Venerdì Santo.
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